lunedì 25 agosto 2008
Back to work!
venerdì 8 agosto 2008
Meme olimpico di Zanger
Premessa: il fatto che ricordi gia' le olimpiadi di Montreal del 1976 vorra' mica dire che sono "maturo"????? ;-)
Montreal 1976: e' la prima trasmissione a colori passata per intero in Italia (dopo mesi di prove tecniche di trasmissione). Da cinquenne qual'ero non mi sconfinferava che qualcuno dicesse 'Mont-rial' (all'inglese) e qualcun altro 'Monreal' (alla francese)... mah... Di ricordi sportivi non ne ho a parte che alcuni stati africani boicottano questa edizione
Mosca 1980: non ci sono gli americani!!! Ricordo Mennea e la Simeoni. Ricordo che (mi pare) un russo vince o i 100 o i 200... Ricordo la mascotte: l'orsacchiotto. Ricordo la cerimonia d'apertura con il pubblico che dagli spalti formava figure con dei cartoncini colorati. Da novenne qual'ero non capivo bene perche' invece che Mosca fosse scritto Mockba...
Los Angeles 1984: non ci sono i russi ma c'e' il dio dell'atletica in pista.... Carl Lewis!!! Ripete le gesta di Jesse Owens. Ricordo che stimarono che i 100 lanciati nella 4x100 li corse in 8.90... Ricordo i fiorettisti azzurri (facevo scherma) Numa e Cerioni (oro-oro argento-oro). Ricordo l'uomo volante nella cerimonia d'apertura. ricordo gli italini del pentathlon. Ricordo Edwin Moses e i suoi 13 passi da ostacolo a ostacolo. Da tredicenne qual'ero non capivo perche' fosse gia' la seconda volta che facevano le olimpiadi a Los Angeles...
Seul 1988: Ricordo Bordin e gli Abbagnale. Ricordo ancora Lewis e il culturista Ben Johnson (ancora fumano le sue impronte nella finale dei 100). Ricordo meno dell'edizione precedente, chissa' perche'... Ricordo Flo-Jo e il suo 10.49 sui 100 e le sue tutine aerodinamiche.
Barcellona 1992: Ricordo il tentativo di Johnson e ricordo (chissa' perche'?!?!) le gare di tuffi. Ricordo il settebello italiano. Non ricordo bene cosa, ma ricordo ancora gli schermidori e le loro vittorie.
Atlanta 1996: Ricordo che dicevano che la Coca-Cola aveva fatto in modo di avere le olimpiadi li' e non ad Atene dopo 100 dalle prime moderne. Pochi ricordi per il resto. Ma perche' ancora olimpiadi negli USA?
Sidney 2000: pochi ricordi (sara' anche il fuso?). Paola Pezzo? Ricordi i cappelli dei giudici di gara australiani tipo Mr Crocodile Dundee.
Atene 2004: Baldini e ancora Baldini. E poi scherma (anche se, da sciabolatore della vecchia scuola, trovo la sciabola 'elettrica' troppo caotica e ripetitiva... Montano non e' Marco Marin...). E il getto del peso femminile gareggiato la' dove dove gareggiavano 2000 anni fa (pero' poi venne fuori il doping!).
Ricordi sparsi: Abbagnale e Antonio Rossi; Galeazzi; Graf-Sabatini; Velasco che non vince; il Dream Team; Di Buo'; Vincenzo Maenza e la sua lotta greco-romana; Greg Luganis, i suoi ori e la sua capocciata; e cosi' via...
Grazie Giampy per farmi tornare in mente questi ricordi...
venerdì 25 luglio 2008
Tendine d'Achille
lunedì 14 luglio 2008
9 km + WC + 6 km !!!!
mercoledì 9 luglio 2008
CorriTrieste 2008
martedì 1 luglio 2008
Venerdi' 4 luglio - CorriTrieste
Leone, Bourifa e Pertile confermano la partecipazione
Si incominciano a vedere i primi nomi importanti per la Corri Trieste. Non poteva mancare il vincitore della maratona di New York Giacomo Leone che sarà affiancato da Migidio Bourifa, vincitore della Maratona di Trieste nel 2005 che vanta un personale di 2h 09' ed infine la stella della serata sarà Ruggero Pertile, vincitore della maratona di Roma e Padova con un personale di 2h 10' 16".
Contattati i migliori maratoneti del mondo
Il presidente della Promorun, che da quest'anno collabora con la Nike, sta cercando di portare al via della Corri Trieste due campioni di assoluto valore mondiale che sono Martin Lel, vincitore delle ultime due maratone di New York e recente vincitore della maratona di Londra con il tempo record di 2h 5' 45", e Robert Cheruiot, vincitore di ben tre edizioni della maratona di Boston e vincitore della maratona di Chicago. "Sono pronto a scommettere che tra questi due ci sarà il probabile vincitore della maratona alle prossime Olimpiadi di Pechino".
martedì 24 giugno 2008
Scarpe nuove!

giovedì 19 giugno 2008
Settimana buona, stavolta!
venerdì 13 giugno 2008
Settimana fetente
martedì 10 giugno 2008
La corsa di resistenza e l’evoluzione dell’Homo
Sebbene l’andatura bipede includa sia li camminare che il correre, in generale si considera che la corsa non abbia rivestito un ruolo importante nell’evoluzione umana in quanto gli uomini, come le scimmie, sono sprinter scarsi in confronto alla maggior parte dei quadrupedi.
In questo lavoro gli autori dimostrano, al contrario, quanto bene gli uomini si comportino nella corsa di resistenza, e analizzano le basi fisiologiche ed anatomiche delle capacità dell’uomo e di altri mammiferi nella corsa di
resistenza.
La maggior parte delle ricerche sull’evoluzione della locomozione umana si è concentrata sul camminare. Evidenze fossili mostrano che gli australopitechi camminavano abitualmente almeno 4.4 milioni di anni fa. Molti ricercatori hanno interpretato l’evoluzione dell’attuale forma del corpo umano, comparsa per prima nell’Homo Erectus, come una conseguenza di migliorate capacità di cammino in spazi aperti a scapito di una riduzione delle capacità di
locomozione sugli alberi. Solo pochi si sono interessati anche alla corsa in quanto l’uomo è di fatto un corridore mediocre sotto diversi punti di vista. Gli sprinter d’elite sono in grado di mantenere velocità di soli 10.2 m/s per meno di 15 sec, mentre alcuni corridori “specialisti” nel regno dei mammiferi possono mantenere andature di galoppo (15-20 m/s) per diversi minuti. Inoltre la corsa è più sfavorevole per gli uomini rispetto alla gran parte dei mammiferi
richiedendo circa il doppio dell’energia metabolica per distanza percorsa di un mammifero di pari peso.
Nondimeno, gli uomini sono buoni corridori di resistenza (molti km per molto tempo), caratteristica unica tra i primati e non comune anche tra i mammiferi quadrupedi che non siano carnivori sociali (cani, iene) e migratori ungulati
(cavalli, gnu).
Quanto bene gli uomini corrono le lunghe distanze?
Durante il cammino gli uomini sfruttano un movimento a pendolo invertito dove il centro di massa oscilla in modo da scambiare energia cinetica e potenziale in controfase ad ogni passo (Fig. 1a, b). Il costo metabolico del movimento (COT) è rappresentato da una curva ad U dove la velocità ottimale, 1.3 m/s, è relazionata alla lunghezza della gamba. La maggior parte degli uomini cambiano il passo in corsa a circa 2.3-2.5 m/s, che corrisponde all’intersezione delle curve COT per il cammino e la corsa (Fig. 2b). A queste velocità la corsa diventa meno dispendiosa del cammino sfruttando un meccanismo massa-molla che scambia energia cinetica e potenziale in maniera molto diversa (Fig. 1b). I legamenti ed i tendini, ricchi di collagene, immagazzinano energia elastica durante la prima parte (frenante) della fase di supporto e la rilasciano tramite “rinculo” durante la successiva fase propulsiva. Per sfruttano meglio questo meccanismo le gambe si flettono maggiormente nella corsa che nel cammino.
Le velocità di corsa di resistenza umana variano da circa 2.3 a quasi 6.5 m/s, negli atleti d’elite. Le velocità media di podisti amatoriali variano da 3.2 a 4.2 m/s. Nessun altro primate rispetto all’uomo è in grado di correre corse di
resistenza.
Le velocità di corsa di resistenza umana sono sorprendentemente comparabili a quelle di mammiferi specializzati nella corsa come cani e cavalli. Rispetto ai quadrupedi, la corsa umana e il trotto quadrupede sono le
andature biomeccanicamente più simili. Quadrupedi al galoppo tipo cani o cavalli, di solito, riescono a sopravanzare gli uomini in termini di massime velocità sostenibili (un quadrupede di 65 kg può galoppare a 7.7 m/s per 10- 15 minuti, un cavallo può fare fino a 10 km a 8.9 m/s). Nondimeno, uomini ben allenati possono sopravanzare quadrupedi di pari peso su lunghe distanze, che costringono l’animale a scendere a velocità di galoppo ottimali (canter – galoppo leggero). Anche la distanza percorribile da un uomo è sorprendentemente grande. Corse di 10 km o finanche le maratone sono quasi impossibili per gli altri primati, mentre sono comparabili alle distanze osservate per mammiferi specializzati in ambienti aperti.
La categoria che vede gli uomini svantaggiati rispetto a molti quadrupedi è il costo energetico della corsa (COT), ed in particolare se riferito al peso corporeo. Nondimeno vi è un’interessante caratteristica della corsa di resistenza umana, e cioè il range di velocità “economiche” (dal punto di vista energetico) accessibili all’uomo. Mentre per un cavallo le curve COT sono a forma di U con stretti intervalli di velocità preferite sia per il trotto che per il galoppo (Fig. 2b), per un uomo la corrispondente curva COT è piatta. Come conseguenza, gli uomini sono capaci di regolare la loro velocità in maniera continua senza cambi di andatura o penalizzazioni metaboliche su un ampio range.
Le basi strutturali e le evidenze fossili della corsa di resistenza
Cosa rende la corsa di resistenza possibile? Quattro sono le richieste: costo energetico, forza, stabilizzazione e
termoregolazione.
Costo energetico
Quali sono le caratteristiche specificatamente rilevanti per il costo energetico della corsa? Come visto, il meccanismo molla-massa tipico della corsa differisce dal meccanismo a pendolo tipico del cammino. A differenza della scimmie, l’uomo è dotato di gambe con molti tendini simili a molle connessi a muscoli corti che possono generare forza in modo economico. Queste molle permettono un risparmio fino al 50% del costo metabolico della corsa, e la più importante è il tendine di Achille. Altri tendini allungati presenti nelle gambe sono il tratto ileotibiale e il (muscolo) peroneo lungo. Un altro set di molle importanti per la corsa umana è l’arco longitudinale del piede. Durante la corsa, tali strutture dell’arco funzionano come molle in grado di restituire circa il 17% dell’energia generata durante ogni fase di rullata. Un altro fattore da considerare è la lunghezza della falcata. Gli uomini, infatti, aumentano la velocità durante la corsa di resistenza principalmente aumentando la falcata piuttosto che la frequenza degli appoggi. Falcate oltre i 2 m, o addirittura 3.5 m in corridori di elite, sono possibili e risultano quasi un metro più lunghe di quelle previste per quadrupedi di peso comparabile (65 kg) o di quelle misurate per scimpanzè alla stessa velocità. Tali lunghezze (assolute oltre che relative) sono possibili in virtù di molle lunghe (vedi sopra) e gambe relativamente lunghe. Quest’ultime comparvero per la prima volta negli ominidi di 1.8 millioni di anni fa (Homo erectus).
Tuttavia, la presenza di lunghe gambe oscillanti aumenta il costo energetico in corsa (ma molto meno in cammino) proporzionalmente al momento di inerzia dell’arto. Di conseguenza avere gambe compatte e piedi relativamente corti (caso dell’uomo attuale, a differenza dell’australopiteco) risulta favorevole.
Forza
Le forze di reazione di picco alla battuta del tacco sono circa doppie in corsa rispetto al cammino e possono raggiungere le 3-4 volte ad andature sostenute di corsa di resistenza. Di conseguenza è necessario dissipare le forze
d’impatto all’interno delle ossa e delle articolazioni. Una strategia per diminuire lo stress a livello delle articolazioni è quella di espandere le superfici dell’articolazione stessa, distribuendo le forze su aree maggiori. L’uomo attuale ha superfici articolari estese, relativamente al peso corporeo, nella maggior parte delle articolazioni della parte bassa del corpo (testa del femore, ginocchio, giunto sacro-iliaco…). Questa caratteristica, non presente nella parte alta del corpo, influisce in maniera determinante alla dissipazione dei carichi d’impatto durante la corsa.
Stabilizzazione
Durante la corsa il tronco ed il collo umani sono più inclinati in avanti rispetto al caso del cammino. L’uomo attuale ha una serie di caratteristiche volte alla stabilizzazione del tronco quali aree estese sull’osso sacro e sulla parte posteriore dell’osso iliaco, e un muscolo gluteo massimo molto esteso. Quest’ultimo è fortemente utilizzato e richiesto durante la corsa a tutte le velocità mentre non lo è per il cammino su superfici piane. La sua dimensione è una delle caratteristiche umane più distintive rispetto ad altri primati. Camminando, una gamba è sempre a contatto con il terreno permettendo ai muscoli della postura di contrastare la rotazione del tronco (rispetto all’asse verticale) indotta dall’accelerazione in avanti della gamba. Al contrario, durante la fase aerea della corsa, la torsione indotta dalla gamba (ancora più grande che nel caso del cammino) non può essere contrastata da forze legate al terreno. Entrano quindi in gioco la contro-rotazione del torace e delle braccia (ma non della testa). Gli uomini, infatti, sono dotati di una capacità di rotazione del tronco rispetto ai fianchi maggiore rispetto alle scimmie. Inoltre, le spalle larghe, tipiche dell’Homo erectus, possono contro-bilanciare i momenti indotti dalle braccia oscillanti. Relativamente alla stabilizzazione della testa, spinta in avanti ad ogni impatto col terreno, si può notare come gli uomini abbiano delle dimensioni facciali ridotte rispetto all’Australopiteco che aiutano la riduzione dell’accelerazione inerziale.
Termoregolazione e respiro
Gli uomini possiedono molte caratteristiche relative alla dissipazione di calore: moltiplicazione di ghiandole sudorifere, pelo corporeo ridotto, corpo sottile e longilineo, elaborata circolazione venosa del cranio. Anche la tendenza alla respirazione con la bocca, non comune nelle scimmie, aiuta a migliorare la ventilazione rispetto alla sola respirazione nasale (in cui l’aria incontra troppa resistenza a causa delle ridotte dimensioni dell’apparato naso-faringeo).
Conclusioni
La corsa di resistenza su lunghe distanze non è stata, finora, considerata come importante durante l’evoluzione umana ma solo con un prodotto secondario della capacità di camminare. Tuttavia, il solo camminare non spiega la presenza di numerose caratteristiche essenziali per la corsa (Tabella 1).
In particolare si possono ricordare:
- sistema di “molle” nella gamba e nel piede (immagazzinare e rilasciare energia)
- gluteo massimo e muscoli spinali ipertrofici per la stabilizzazione del tronco
- vita stretta e spalle larghe (stabilizzazione necessaria solo nella corsa)
- sistemi di termoregolazione
- ridotte dimensioni delle braccia
Ma perché correre quando il cammino era già facile, sicuro e più economico?
Una possibilità è che la corsa aiutò gli ominidi a procurarsi cibi ricchi di proteine quali carne, midollo e cervello (comportamento simile a quello delle iene e di altri animali che si nutrono di carcasse). In particolare può aver aiutato a competere con altri cacciatori di carcasse (inclusi altri ominidi).
La corsa, infine, può avere facilitato i cacciatori ad avvicinarsi alle prede o addirittura a far correre fino allo sfinimento alcuni mammiferi in ambienti caldi.